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SULLE GARE DI KATA

Alle ultime Olimpiadi (2020, disputate nel 2021) è stato per la prima volta presentato come disciplina "in prova" il Karate, nelle sue due declinazioni sportive : Kata e Kumite

 

Il Kumite è il combattimento sportivo, regolamentato in maniera minuziosa per la salvaguardia degli atleti.

Il combattimento per i profani può sembrare "strano", infatti una delle caratteristiche principali che deve avere una tecnica per essere considerata valida è il "controllo", cioè deve essere portato in maniera controllata per non ferire l'avversario.

(c'è molto più di questo, in realtà, ma non sono un esperto di karate e Vi consiglio eventualmente di informarvi con i praticanti di questa Arte Okinawese/giapponese)

 

Il Kata, invece, è una competizione in cui gli avversari si sfidano a chi "fa meglio" il kata selezionato.

su questa pagina potete leggere una breve descrizione del modo in cui viene giudicato il Kata :


"Per i kata la valutazione della giuria si basa su due criteri: performance tecnica e performance atletica. I giudici valutano, per la prima, l'esecuzione delle tecniche, la transizione e il timing nella concatenazione di esse, il respiro, la concentrazione (kime) e l'aderenza alla forma (kihon) dello stile di karate dal quale proviene il kata (il karate ha più stili, sono ammessi 102 kata codificati). Nella prova atletica vengono valutati tre parametri: forza, velocità ed equilibrio."

 

Come ho già scritto, non conosco abbastanza il karate da giudicare le performance dei praticanti delle olimpiadi, e i Kata di Jujutsu sono essenzialmente diversi perchè fatti in coppia invece che in solitario.


Ma da esterno, guardando i video dei kata olimpici, prendo spunto mi faccio delle domande e mi dò delle risposte sulla mia pratica.

Quindi, quello che scriverò non è una critica al Karate, o ai praticanti olimpici di questa disciplina (fanno cose di cui io non sono capace e a livelli esagerati, quindi sono solo da ammirare), ma mi piacerebbe avere delle opinioni da altri praticanti, sopratutto di karate. (che pubblicherò qui volentieri).

 

 

Urlare il nome del Kata
E' necessario?
so che è uso dire il nome del kata prima di praticarlo, questa forma esiste anche in alcuni stili di Iado e presumo serva a "presentarlo" a chi guarda.
Ma perchè urlarlo con quell'enfasi?
Chi deve sentirlo?

Inoltre questo urlare che spesso viene scambiato per Kiai mi disturba...
Per quel poco che è la mia conoscenza il Kiai è un emissione sonora che dovrebbe veicolare l'energia della tecnica...

dal sito karateka.it
"

"La parola Kiai è composta dalle due lettere Kanji giapponesi: Ki (気)  e Ai (合) . 

Ki (気)  – significa spirito, mente, energia, forza.
Ai (合) – è una contrazione del verbo “Awasu” che letteralmente significa “unire”.

Quindi la parola Kiai significa “Spirito unito” o “Unione dell’energia”.

Se conosci un po’ dei kanji giapponesi avrai notato come l’inversione dei simboli che compongono la parola Kiai sono AIKI, ai quali basta aggiungere il noto suffisso DO (la via) per ottenere il nome di un’arte marziale giapponese che proprio nell’unione dello spirito e dell’energia fa il suo fondamento: l’AIKIDO.

Quando emetti un kiai, non stai solo urlando, ma stai comprimendo e rilasciando velocemente la tua energia immagazzinata."

 

ecco, mi sembra che spesso si scambi un urlo per un Kiai... questa cosa la noto in molti Dojo e lo trovo stucchevole.
Può essere utile all'inizio della pratica, per abituare l'allievo a "tirare fuori l'energia" che normalmente reprime a causa di un condizionamento educativo (non urlare!!! ci diceva sempre la mamma).
Ma dopo un pò il Kiai deve venire da dentro, dal diaframma.
Conosco alcuni maestri il cui Kiai è profondo e appena udibile, ma raggiunge lo scopo di farti percepire l'energia, di farti quasi avere "paura" o, perlomeno, di farti avvertire la minaccia che rappresentano.

La stessa cosa si può dire del Kime

nello stesso sito di cui sopra karateka.it si legge:

 

Kime (決め) è il nome del verbo giapponese Kimeru (決める) che vuol dire Decidere. A sua volta, questo verbo proviene dal Giapponese Antico Kimu (決む) che vuol dire proprio essere decisi, concludere qualcosa, essere risoluti.

Nelle arti marziali e nel Karate, questo concetto viene canalizzato sulla concentrazione che ci vuole per portare in modo forte e preciso qualsiasi tecnica. In modo Deciso, insomma.

Quindi il Kime è la decisione, anche in questo caso fare "le facce cattive", far schioccare il karategi o gli altri mille "trucchetti da gara" non servono a veicolare la decisione...

Tornando ai Maestri che citavo prima, mi è capitato di incrociare il bokken con alcuni di loro ed ho percepito la loro decisione dallo sguardo sereno e dalla fermezza della loro spada.
Lì ho veramente compreso la "decisione", dalla pressione che provavo dal loro atteggiamento , dal loro portamento e dal modo sereno con cui entravano nel mio spazio, come se ogni loro taglio fosse l'ultimo, ogni stoccata quella che avrebbe terminato la mia vita.
E stiamo parlando di Kata, Forma, un combattimento "rituale" in cui io, in teoria, so esattamente quale sarà il movimento che l'avversario farà.
Eppure, in quell'istante, abbiamo la netta percezione se stiamo "vincendo" o "perdendo".

Nessuna faccia cattiva.
Nessuno schiocco potente.
Nessuna affettazione.
Niente che debba essere visto o percepito da chi sta fuori.

 

 

Ed è esattamente in questo ultimo punto l'essenza del Kata, quello che mi sembra sbagliato nelle competizioni .

"L'essenziale è invisibile agli occhi"                                            Antoine de Saint-Exupéry

 

Tutto ciò che c'è di importante in un kata non dovrebbe essere mostrato.
Ogni kata (passo a parlare solo ed esclusivamente di Jujutsu in questo caso, ma immagino si possa anche ricondurre alla pratica del karate) ha una serie di stratificazioni, di livelli a cui va studiato.
Come scrivevo molto tempo addietro, dentro ogni kata ci sono stratificate delle informazioni che servono ad insegnare qualcosa al mio corpo.
Man mano che la mia esperienza cresce, il kata mi mostra cose differenti, ed il mio modo di praticare il kata cambierà.
Se riguardo alcuni miei vecchi video in cui praticavo i kata della nostra scuola, mi vergogno di quello che vedo...penso "mio Dio, non avevo capito nulla".. Ma è normale...praticavo il kata per come lo conoscevo e per quello che mi aveva insegnato.

 

Oggi lo pratico in modo diverso, più personale..
Perfino lo scopo con cui lo pratico è diverso...
Una volta lo praticavo per imparare il kata.

Poi lo praticavo per imparare la tecnica.
Poi l'ho praticato per imparare il principio.
Oggi lo pratico per comprendere la Scuola (nel senso di Ryuha).

 

Livelli differenti per livelli differenti di praticante.

 

Ma se dovessi fare una gara di Kata oggi ( e mi è capitato), cosa verrebbe giudicato?
Secondo quale livello o quale comprensione?
Chi mi giudica potrebbe vedere quello che sto facendo? O dovrei edulcorare delle cose per renderle più visibili? Magari urlare di più per far capire il mio Kiai? o fare facce strane per cercare di far capire a chi sta fuori la mia Decisione?

Ultimo punto:

La perfezione tecnica raggiunta dagli atleti olimpici è impressionante....
un controllo del corpo, di se stessi da far paura.
Una velocità incredibile.

Ma la mia impressione è che essi abbiano fatto del Kata una forma d'arte a sè...
Quello che è uno strumento per apprendere un Arte, è divenuto lo scopo principale dell'arte.

Come imparare a memoria il libro di matematica delle superiori, conoscere ogni riga, aver risolto ogni equazione e ricordarla, sapere esattamente a che pagina c'è il capitolo sugli integrali.
Ma questo mi aiuta veramente a capire la matematica?
Posso diventare un bravo matematico conoscendo a memoria il libro?
o ad un certo punto devo abbandonare il libro per capire cosa sta cercando di insegnarmi?

 

 


Ecco, questo è il punto più importante di tutto questo discorso.
le olimpiadi sono state una vetrina importantissima, gli atleti coinvolti pazzeschi...

ma siamo sicuri che quel tipo di pratica serva ad apprendere il karate?
è ancora Karate?
o è Kata per il Kata?

Tornando a noi Jutsuka, quando studiamo i Kata della nostra scuola, ricordiamoci che sono degli strumenti per apprendere il Moto Ha Yoshin ryu Jujutsu, non devono diventare IL moto Ha Yoshin Ryu.
sono degli strumenti, non il fine.
così come il Randori, la difesa personale, il Taiso.

Spero di non aver fatto arrabbiare nessuno, e sono disposto a cambiare idea o a pubblicare qui ogni commento che vorrete fare (potete anche farlo qui sotto, nell'apposito spazio).

Loris G.

 

 

 

 

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Commenti: 2
  • #1

    Massimo Perin (sabato, 14 agosto 2021 00:46)

    Me lo sono letto tutto con molto interesse e, seppur da assoluto ignorante, ne ho compreso il senso e concordo con te.
    Poi però se guardo la cosa dal punto di vista di un arbitro di una competizione sportiva mi chiedo come diavolo dovrei giudicare un Kata se l'atleta segue la filosofia del kata originale (Tutto ciò che c'è di importante in un kata non dovrebbe essere mostrato.)? E il pubblico che fa? In fin dei conti nella stragrande maggioranza non c'è la capacità dell'arbitro di distinguere quanto conta per dare un giudizio e punteggio.
    Alla fine credo che la cosa migliore sia di vivere le arti marziali nel modo che ci è più congeniale senza preoccuparsi troppo di quello che fanno negli altri ambiti, possiamo osservarli con più o meno interesse ma senza giudicarli. Chi vive il karatè come atleta non ha sicuramente lo stesso punto di vista di un karateka puro, cerca la perfezione nell'ambito specifico del suo esercizio e basta mentre il karateka, judoka e quant'altro cercano un percorso di vita, di comprendere meglio se stessi tramite l'arte marziale.
    Non sono sicuro di essermi spiegato chiaramente ma credo sia meglio seguire la filosofia del "vivi e lascia vivere", l'esperienza mi insegna che sentirsi differenti e farlo pesare porta solo rogne prima o poi.
    Poi naturalmente alla prossima volta che ci troviamo puoi tranquillamente mandarmi a quel paese... X-D

  • #2

    Loris (sabato, 14 agosto 2021 07:46)

    Ma no..
    Hai perfettamente ragione.. Ma e' esattamente questo il punto...

    E' lo scotto che paga un Arte Marziale ad essere sportivizzata all'estremo, sopratutto questa forma di competizione..

    Tutti gli altri sport sono nati per la competizione, le pallavolistale si allenano per giocare la partita, non per portare l'allenamento come gara...
    Poi..
    A loro piace e sono bravissimi, ma vedo che il mio pensiero e' condivido da molti karateka che conosco (anche di alto livello) quindi uso questo come memento per la mia pratica.
    :)
    Grazie del contributo