IL RITUALE DEL SALUTO (REISHIKI)

 

In tutte le arti marziali giapponesi, il REI (礼 inchino, ringraziamento) ha una particolare importanza, ci si inchina fra compagni prima di iniziare a praticare l'uno con l'altro, ci si inchina all'inizio ed alla fine della lezione.
Spesso questa ritualità è mal apprezzata da chi non la capisce, ritenendola una inutile affettazione, ma come molte cose di queste arti antiche, ha un preciso significato.

 

IL DOJO:

Il Dojo (Luogo in cui si pratica la Via) ha una propria struttura standard:
Il lato d'Onore viene chiamato Shomen (Luogo Corretto) , Vi vengono poste generalemente calligrafie, foto dei Maestri passati, il nome della Scuola e dell'Arte praticate.

Nei Dojo tradizionali, lo shomen è posto in un luogo rialzato chiamato Kamiza (Luogo degli Dei) ed includeva a volte un piccolo tempio shinto chiamato Kamidana.


Con le spalle allo shomen si pongono i Sensei della scuola, gli insegnanti .
Dall'altro lato si dispongono gli allievi, per ordine di cintura.

Il perchè di una tale disposizione è presto detto, in caso di attacco nemico al dojo (cosa non rara nel medioevo giapponese), gli allievi difendevano per primi lo Shomen, una volta che essi fossero caduti,  il Sensei ne era l'ultimo baluardo.

 

IL SALUTO NEL JUJUTSU TRADIZIONALE
Nel Moto Ha Yoshin ryu Jujutsu, essendo una scuola con un antica tradizione, il saluto viene effettuato in questo modo.

- Dopo che il sensei si è inginocchiato, il sempai (allievo anziano) primo della fila dirà "SUWARI" (in ginocchio).

 

- Il Sempai dirà "MOKUSO" (meditazione) e tutti rimarranno in silezion per un minuto/due.. in quel momento è importante rilassarsi e cercare di fare il vuoto nella mente (Mokuso significa Pensiero Vuoto) per affrontare al meglio la pratica (o la fine della stessa) . alla fine del Mokuso Sempai dirà "YAME" per concludere la meditazione.

 

- Sensei si volta verso lo shomen, e Sempai dirà "SHOMEN NI REI" (Saluto allo Shomen) e tutti si inchineranno.

 

- Il Sensei si volta verso gli allievi, e la frase questa volta è "OTAGAI NI REI" (Saluto reciproco) e tutti si inchinano di nuovo.
E' utile precisare che nella nostra scuola non esiste il Sensei Ni rei (saluto al sensei), a sottolineare che il Sensei è "Uno inter Pares".

- A questo punto il Sensei si alza, e Sempai dirà "TATE" (in piedi)

 

Durante l'Otagai Ni rei, all'inizio della lezione gli allievi dovranno dire "ONEGAI SHI MAS" (grazie per ciò che sto per fare)  e nel saluto di fine lezione "DOMO ARIGATOU GOZAIMASHITA" (Molte grazie per ciò che ho appreso).

IL SALUTO NEL JUDO

Il Judo è un Gendai Budo (Budo Moderno) ed uno sport, quindi ha abbandonato alcune delle formalità tipiche delle scuole antiche

Il saluto nel judo è fatto in modo più semplice, con il Sempai che, chiama il REI, e tutti si inchinano allo Shomen o, se questo non c'è, al Sensei.
Spesso, sopratutto con i bambini, si preferisce eseguire il saluto in cerchio, per sottolineare l'uguguaglianza fra tutti gli allievi.
In ogni caso è un momento importante della lezione, insegna ai bambini che stanno entrando nel "mondo del judo", in cui esistono regole da rispettare e un modo corretto di comportarsi con i propri compagni e con il proprio insegnante.

Il saluto fra compagni

Prima di inziare a praticare con un compagno, prima di iniziare un Kata, prima di iniziare un combattimento, ed alla fine di queste pratiche, è sempre richiesto di fare un inchino in piedi (riz rei) al proprio compagno (magari accompagnato dalla frase onegaishimasu).
Questo ha il preciso significato di ringraziare chi ci sta di fronte per ciò che stiamo per imparare da lui e dalla nostra interazione con lui qualunque essa sia, e dice al compagno che siamo pronti a confrontarci con lui.
Da quel momento la nostra attenzione è rivolta solo al nostro compagno, e fino al saluto finale, non dobbiamo distrarci.
E' il nostro modo di ringraziare e di portare rispetto per chi abbiamo di fronte, sia esso una cintura più bassa di noi, o il nostro maestro.