
La Fase Eclisse (Eclipse Phase) , in biologia, è quella fase che intercorre fra il momento in cui una cellula viene infettata ed il momento in cui il virus appare in forma adulta al suo interno. Cioè una fase in cui la cellula è infettata ma il virus non è visibile.
Come già scritto nel post "DIVENTARE SENSEI" arriva il momento, per un praticante, di diventare un insegnante per
cominciare a dare indietro ciò che ha ricevuto, e per poter migliorare se stesso e la propria pratica.
Nell'ultimo periodo ho iniziato però ad interrogarmi sul fatto che, probabilmente, esiste un intervallo di tempo (più o meno lungo) in cui non si è più studenti, ma nemmeno ancora degli
insegnanti.
Questa fase della propria pratica potrebbe essere molto corta, durare anni, oppure essere perfino permanente.
Dipende da molti fattori:
Ad esempio, se l'insegnante ha già raggiunto il proprio limite, ha insegnato tutto ciò che sa, ma l'allievo non è ancora pronto per prendere la propria strada.
Oppure se l'allievo rimane per qualsiasi ragione senza insegnante ma non vuole insegnare lui stesso, o non ha un grado che gli permetta di farlo.
Oppure se l'insegnante abita molto lontano e l'allievo ha possibilità di vederlo poche volte nel corso dell'anno.
Nel mio caso, ho alcuni allievi a cui sono convinto di aver insegnato tutto ciò che conosco o, per meglio dire, tutto ciò che sono in grado di trasmettere loro.
Sono molto bravi, ottimi praticanti, conoscono praticamente tutto il curriculum dei Kata della scuola e, spesso, chiedo loro di aiutarmi a ricordarne dei passaggi e, ancora, capita che mi
correggano su tecniche dimenticate o errate.

Ciononostante, continuano a chiedermi di correggerli, di guardarli praticare, sono pieni di dubbi sulla loro pratica e credono di non avere più la mia attenzione
Presumo pensino che questo sia dovuto a mio disinteresse nei loro confronti.
Il che non è assolutamente vero, tutt'altro.
Il problema è che io sento di non poter continuare a correggere all'infinito piccolissimi particolari che loro sentono come mancanze.
Perchè, la maggior parte delle volte, sono piccolezze che non cambiano l'essenza della tecnica e, magari, la stanno solo adattando al proprio fisico, alla situazione o ad
uke.
Nel mio caso, ad esempio, ho avuto la fortuna di trovare un Maestro che mi ha insegnato al meglio delle sue possibilità anche se siamo piuttosto distanti, ma da lui ho potuto
imparare solo durante le lezioni mensili e gli stage, durante i seminari fatti in italia e all'estero. Non ho mai avuto la possibilità di partecipare alle sue lezioni serali settimanali.
Non ho avuto grandi possibilità di farmi continuamente correggere, e francamente Lui non è tipo da venire a subissarti di correzioni. Anzi, è della vecchia scuola "pratica e capirai".
Quindi, mio malgrado, ho dovuto iniziare a studiare in modo diverso, autocorreggendomi.
Ed e' qui che inizia quel periodo di cui parlavo all'inizio, quella fase che non ha un nome (se non in biologia) ma è un passaggio obbligato.
Raggiunto un certo livello, è necessario iniziare ad intuire da soli se ciò che si sta praticando è giusto o sbagliato, se la tecnica funziona o meno.
Se ci si sente sbilanciati, se la tecnica non funziona, perchè manca qualcosa, l'unico modo per correggersi è farlo da soli, consapevoli di quello che si sta facendo.
Anche perchè se il Maestro continua a correggerci e a guardarci, ci si attaccherà al suo giudizio e cio ti impedirà di avanzare.
Anzi, peggio ancora, ci farà assorbire assorbire tutti i suoi difetti, le sue peculiarità, il suo adattare la forma al proprio fisico,
creando dei "Gatti da meditazione" o, peggio ancora , facendoci diventare un suo clone, uno dei più grossi errori che un
marzialista possa fare.

L'unico vera contestazione che trovo corretta nei miei confronti, è che gli allievi avanzati hanno poche possibilità di praticare in modo avanzato.
La soluzione migliore sarebbe fare della classi per studenti avanzati, ma a mia parziale discolpa, dico che siamo un piccolo (molto piccolo) gruppo in cui ci sono continuamente nuovi
allievi da inserire, a cui far imparare le basi, i kata e a cui far apprezzare la scuola, e che il tempo è sempre tiranno.
in una lezione media abbiamo 3-6 allievi nuovi e 2-4 allievi avanzati.
una comunità molto piccola.
Il modo più veloce per aiutare i nuovi a crescere è di farli praticare con gli allievi più bravi in modo che possano sentire le tecniche ed essere aiutati in maniera continuativa.
Molto spesso, vedo che far praticare assieme due cinture bianche o gialle, si riduce a questi che si guardano intorno cercando di capire quello che sta succedendo e di ricordare quello che hanno
appena visto fare.
Praticando con allievi più avanzati, invece, possono vedere e sentire la tecnica.
Ma, e questo è altrettanto importante, la cintura più avanzata imparerà a cercare di praticare al meglio possibile perchè l'altro apprenda, imparerà a correggere ma, sopratutto, dovrebbe imparare
a correggersi. A capire la tecnica per trasmetterla al meglio.
Un allenamento alla responsabilità dell'insegnamento.
Sul tatami faccio notare spesso questo principio, cerco di farlo capire a tutti gli allievi.
Fra parigrado ci si aiuta a vicenda.
Nel rapporto con un allievo di grado inferiore, l'attenzione al praticare correttamente perchè l'altro possa apprendere correttamente è fondamentale.
Ed è da li, dalla pratica, dalla autocorrezione, e dall'aiutare gli altri, che si può attraversare la Fase Eclisse o, se non la si vuole attraversare, viverla con più
serenità.
L.Giopp
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